Muoversi 2 2023
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INFRASTRUTTURE ENERGETICHE VOLANO PER LO SVILUPPO

INFRASTRUTTURE ENERGETICHE VOLANO PER LO SVILUPPO 

di Modestino Colarusso

Modestino Colarusso

Senior Consultant Sostenibilità Energetica e Sviluppo di Confindustria Energia

Confindustria Energia ha avviato negli ultimi anni una serie di studi finalizzati ad approfondire lo sviluppo delle infrastrutture energetiche in Italia e nei Paesi dell’area del Mediterraneo attraverso previsioni di investimenti e proposte di modifiche normative che consentano di traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione.

Confindustria Energia ha concluso nel dicembre 2022 i lavori della terza edizione dello Studio sulle “Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile” le cui analisi, hanno avuto come priorità la ricerca di una convergenza tra sicurezza energetica, obiettivi ambientali e crescita economica, in un quadro di sostenibilità sociale

Con il contributo delle Associazioni rappresentate (Assogasliquidi, Assorisorse, Elettricità Futura, Proxigas, unem), H2IT, Snam e Terna e con il supporto analitico di PwC Strategy&, Confindustria Energia ha concluso nel dicembre 2022 i lavori della terza edizione dello Studio sulle “Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile” le cui analisi, avviate nella cornice della ripresa post-Covid e della pubblicazione del “Fit for 55”, hanno avuto come priorità la ricerca di una convergenza tra sicurezza energetica, obiettivi ambientali e  crescita economica, in un quadro di sostenibilità sociale.
Le complicazioni delle condizioni di contesto, che si sono susseguite nel corso del 2022, hanno delineato una nuova situazione geopolitica, ponendo in risalto i temi della sicurezza energetica e della necessità di un’ulteriore spinta verso la transizione ecologica, considerati elementi di indirizzo per lo Studio.
Le analisi hanno condotto all’elaborazione di due scenari, denominati “Fit for 55” e “Sostenibilità integrata”, attraverso cui sono stati individuati due piani integrati per gli investimenti fino al 2030, periodo in cui l’Italia, con altri Paesi europei, dovrà far fronte alle criticità del proprio sistema energetico fortemente dipendente dalle importazioni.
Lo scenario “Fit for 55” ha avuto come focus quello della sostenibilità ambientale del settore energetico; il piano di sviluppo che tiene conto dei criteri di “Sostenibilità integrata”, nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale, consente di raggiungere gli obiettivi climatici 2030 previsti dal “Fit for 55” e garantisce contemporaneamente la sicurezza e la competitività delle forniture energetiche in linea con gli indirizzi del RePowerEU. Per le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore, questo scenario coglie al meglio le potenzialità del settore energetico nazionale e valuta in 182 miliari di euro gli investimenti previsti nel periodo 2022-2030, che si traducono in un valore aggiunto totale di 320 miliardi, nell’impiego di 380.000 Unità Lavorative Annue ed in una riduzione delle emissioni pari a 127 Mton CO2/anno nel 2030, facendo leva su una visione strategica che supera l’attuale situazione emergenziale e mantiene la focalizzazione sugli obiettivi di transizione energetica nel medio-lungo termine, tenendo presente gli effetti sui livelli occupazionali delle filiere tradizionali e di quelle innovative.

Dal piano emergono diverse leve sinergiche tra loro, a partire dalla leadership in Europa nella produzione di biocarburanti e di importanti eccellenze nei processi di economia circolare. In particolare, i nuovi biocarburanti e i low carbon fuels risultano necessari e complementari alla mobilità elettrica

Dal piano emergono diverse leve sinergiche tra loro, a partire dalla leadership in Europa nella produzione di biocarburanti e di importanti eccellenze nei processi di economia circolare. In particolare, i nuovi biocarburanti e i low carbon fuels risultano necessari e complementari alla mobilità elettrica ed è importante che continuino il loro processo di sviluppo per il ruolo significativo che potranno giocare per la decarbonizzazione dei trasporti e per la sicurezza degli approvvigionamenti. In questo quadro l’analisi proposta dallo Studio anche della dimensione sociale della transizione energetica nel nostro Paese pone una seria riflessione sul bando del motore a combustione interna al 2035 e dei suoi impatti e criticità sulle filiere e sul patrimonio di competenze e know-how nazionale.
Il piano tiene conto delle ulteriori leve complementari dovute alla posizione geografica ottimale del nostro Paese per l’ulteriore crescita di fonti rinnovabili e per la diversificazione delle rotte di importazioni energetiche, alle sue riserve di gas naturale non utilizzate, alle capacità di stoccaggio ed accumulo incrementabili e dalle reti di trasporto e trasmissione efficienti e diffuse nel territorio. Il gas manterrà in Italia un ruolo indispensabile nel medio termine, anche per supportare lo sviluppo previsto per le fonti rinnovabili elettriche, e non sarà completamente sostituibile dal biometano e dall’idrogeno. Sarà quindi necessaria la realizzazione di sistemi di stoccaggio e di utilizzo della CO2 per accelerare i processi di decarbonizzazione in alcuni settori industriali.
Lo Studio dedica altresì una sezione all’economia circolare da cui emergono le significative prospettive di sviluppo per il nostro Paese in termini di valorizzazione delle filiere produttive nazionali e di risparmio e di ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse, garantendo la sostenibilità sociale ed il rapporto con il territorio.
Questo approccio contribuisce alla sicurezza energetica anche attraverso la riduzione della dipendenza dai Paesi extra-UE nell’approvvigionamento dei materiali critici. La condivisione, inoltre, con le comunità locali delle priorità strategiche, dei criteri progettuali adottati e la definizione ex ante delle ricadute economiche e occupazionali, unitamente a uno stretto coordinamento tra enti autorizzativi nazionali e regionali, sono i presupposti necessari per la “messa a terra” nei tempi previsti delle iniziative proposte.
Si ritiene che i risultati e le proposte di questo Studio possano costituire un utile contributo  per la definizione del nuovo PNIEC a livello nazionale e per la negoziazione degli atti delegati del “Fit for 55” e del RePowerEU a livello europeo nel quadro di una visione strategica e geopolitica per il nostro Paese, di maggiore collaborazione con i Paesi del Mediterraneo, area di tradizionale presenza degli operatori italiani, al fine diversificare gli approvvigionamenti energetici e di incentivare modelli di sviluppo infrastrutturale sostenibili e integrabili.
Programmi coordinati per la realizzazione delle infrastrutture energetiche individuate possono costituire un valido riferimento per le decisioni di investimento nel medio-lungo periodo, purché sia assicurata la definizione di un quadro articolato di «fattori abilitanti» di carattere normativo, autorizzativo e finanziario.